Rubrica per Genitori 4 – Prendere le Misure

“Si stava molto meglio a casa”, pensava la povera Alice, “senza crescere e diminuire tutto il tempo, e senza farsi comandare da topi e conigli. Quasi quasi mi pento di essere scesa in quella tana…eppure…eppure…questo tipo di vita è abbastanza curioso, no? Chissà che cosa mi è successo. Quando leggevo le favole credevo che cose di quel genere non succedessero mai, ed ecco che mi trovo nel bel mezzo di una fiaba! Dovrebbero scrivere un libro su di me, ecco! E quando sarò grande ne scriverò uno io…ma sono già grande” aggiunse in tono doloroso.

Che fatica che si fa nel prendere le misure, trovare la giusta dimensione, l’equilibrio, le proporzioni per respirare la vita e continuare a camminare con essa anche quando non ci piace. 

Come si fa a essere abbastanza grandi senza diventare ingombranti, giudicanti, autoritari, oppure mantenere la dignità dell’essere ancora piccoli senza lasciarsi schiacciare dal mondo degli adulti. Spesso i nostri figli si ritroveranno in questo momento di transizione e per noi genitori è un’occasione preziosa perchè anche noi siamo chiamati a “prendere le giuste misure” nella relazione con loro. Non è facile comprendere quando avvicinarsi rispettando i loro spazi, quando fare un passo indietro senza essere troppo distanti e quando lasciare che si possano muovere da soli tollerando la loro instabilità, accogliendoli quando sono loro a non tollerarla. Come in una danza quello che possiamo fare è allenarci per trovare la sintonia di un passo a due. 

Se mi fermo ad ascoltare la melodia che in questo momento risuona tra me e mio figlio…su quali note muoviamo i nostri passi in questo momento? Sono note consonanti o dissonanti, sento un ritmo di fiducia o sfiducia, di complicità o di sfida, di chiusura o di apertura, di incontro o di rincorsa…

A volte si ha l’impressione che siano loro a non aver fiducia, che non ascoltino, che siano chiusi nelle loro intense emozioni, nei loro pensieri…riesco in quei casi a stare lo stesso in ascolto? 

È il nonostante ciò che apre di più alla fiducia.

Nonostante la sua o la mia fatica, nonostante non sia o non faccia la cosa ideale, più logica, migliore…nonostante sia diverso da me o senta o la pensi in modo diverso da me…quale rete sono disposto in questo momento a gettare verso mio figlio e a quale rete mio figlio può essere disposto ad aggrapparsi? 

La sfiducia ci fa rinunciare pensando che non siamo adatti o che i figli siano refrattari agli stimoli che offriamo loro.

La fiducia e la curiosità alimenta la tenacia nel continuare ad “ascoltare nonostante…”  a provare e riprovare a danzare insieme. Proviamo a farci invadere dalla tenacia di Alice e stare nel flusso della vita:

Quasi quasi mi pento di essere scesa in quella tana…eppure…eppure…questo tipo di vita è abbastanza curioso, no?

Intenzione:  Provo ad allenare la mia danza

  • Provo a dare fiducia a mio figlio e decido di fargli fare un passo da solista accettando la sua instabilità ( “ti va di provare a fare questa cosa da solo? Io sono qui ma ho fiducia che tu possa provare”)
  • Provo a dare fiducia a mio figlio e decido di fare un passo indietro (“come o dove preferisci che stia la mamma o il papà mentre tu…?”)
  • Provo a predispormi in una danza a due dove nessuno guida ma si è presenti entrambi (“ti va di fare…con me? Come possiamo metterci d’accordo?”)

LEGGI L’INTRODUZIONE ALLA RUBRICA “UN PASSO PER VOLTA” QUI

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Questo percorso di lettura del MeP rivolto ai genitori è curato da Stefania Comerci, Socio Fondatore del MeP di Milano.  

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